sabato 19 novembre 2011

L'a mor(t)e

Aveva zampe sottili. Era debole, e per questo nessuno lo apprezzava. Non ha mai avuto un nome, né si era mai posto domande esistenziali. Essendo debole mai nessuno si curò di lui: la seduzione è roba per esseri forti.
Se fosse stato l'attore di un film, un cinefilo lo avrebbe paragonato a quei personaggi che muoiono subito e per i quali lo spettatore non prova empatia. Non avrebbe voluto morire da protagonista e provocare sentimenti infausti nei cuori di chi lo osservava, ma solo continuare a vivere. Non sapeva cosa fosse l'amore: nessuno glielo aveva mai spiegato. O forse nessuno lo aveva mai saputo.
La sua unica colpa fu quella di esser stato programmato dalla natura per succhiare sangue, ma non era un vampiro. Loro sono immortali, lui non lo era. La sua sfortuna fu quella di finire spiaccicato su un muro per mano di un Dio indifferente.
Per lui nessuna lapide.

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